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martedì 31 dicembre 2013

Moderati all'italiana ... 3

OSSERVANDO LA POLITICA ...



I risultati del ballottaggio delle recenti elezioni amministrative sono destinati ormai all’archivio.

Il gran caldo forse potrà allontanare qualche pensiero, ma l’esito della contesa è probabile che sia destinato a pesare guardando al futuro.

Un’elezione parziale, ma che ha fornito diversi spunti interessanti. Innanzitutto il ridimensionamento del Movimento 5 Stelle e la conferma dell’astensionismo come segno palese della disaffezione dei cittadini verso i partiti.
Un dato, quello dell’astensionismo, purtroppo coerente con quanto i partiti non hanno fatto in tanti anni per generare fiducia e credibilità verso la partecipazione popolare.

E poi la netta vittoria del Pd nei confronti del Pdl, con un risultato che, unito a precedenti tornate elettorali, decreta di fatto la sparizione del Pdl dal governo dei più importanti Comuni italiani.

Un risultato che, peraltro, non risolve i problemi del Pd, viste le diatribe interne, e semmai pone un contrasto ancora più impietoso verso la gestione Bersani.

Per il Pdl, invece, vanno rimarcati i commenti a caldo di molti leader che, nella loro criticità, hanno finito per sconfessare una linea durata molti anni.

Frasi come “noi siamo viziati, i voti per noi li prende Berlusconi”; “senza di lui si perde” “mancano le radici sul territorio, da partito di plastica a partito fantasma”, richiamano considerazioni che anche il Centro Studi Pierino Belli non ha risparmiato in tempi non sospetti.

Verrebbe quasi da pensare che lo straordinario exploit delle elezioni politiche sia stato legato all’insipienza delle proposte politiche di Bersani ed alla capacità – ancora una volta – di Berlusconi di far vincere le ragioni del populismo, di fronte ad un elettorato ancora disposto a credergli.

Ma come è possibile che un’azione politica continui ad essere disgiunta dalle istituzioni del territorio? Se è vero che il Sindaco ed i Comuni sono il primo riferimento per ciascun cittadino elettore, come è possibile che il partito del centro-destra si chiami fuori da questo rilevante contesto?

Un paradosso grossolano che non può essere liquidato con qualche battuta e tradisce un concetto molto italiano di intendere il moderatismo e l’impegno in politica.

Il rischio, ormai tangibile, è che un’area politica rischi di abbandonare spazi elettorali rilevanti e vanificare l’impegno di tanti militanti disorientati.

D’altronde non è forse a Torino e a Cuneo che nelle ultime elezioni il Pdl ha presentato i candidati sindaco tre mesi prima del voto, andando incontro a colossali batoste?

E agli elettori del Pdl chi pensa? Continueranno a farsi bastare la storia del taglio dell’Imu?

Un risultato che, peraltro, non risolve i problemi del Pd, viste le diatribe interne, e semmai pone un contrasto ancora più impietoso verso la gestione Bersani.

Per il Pdl, invece, vanno rimarcati i commenti a caldo di molti leader che, nella loro criticità, hanno finito per sconfessare una linea durata molti anni.

Frasi come “noi siamo viziati, i voti per noi li prende Berlusconi”; “senza di lui si perde” “mancano le radici sul territorio, da partito di plastica a partito fantasma”, richiamano considerazioni che anche il Centro Studi Pierino Belli non ha risparmiato in tempi non sospetti.

Verrebbe quasi da pensare che lo straordinario exploit delle elezioni politiche sia stato legato all’insipienza delle proposte politiche di Bersani ed alla capacità – ancora una volta – di Berlusconi di far vincere le ragioni del populismo, di fronte ad un elettorato ancora disposto a credergli.

Ma come è possibile che un’azione politica continui ad essere disgiunta dalle istituzioni del territorio? Se è vero che il Sindaco ed i Comuni sono il primo riferimento per ciascun cittadino elettore, come è possibile che il partito del centro-destra si chiami fuori da questo rilevante contesto?

Un paradosso grossolano che non può essere liquidato con qualche battuta e tradisce un concetto molto italiano di intendere il moderatismo e l’impegno in politica.

Il rischio, ormai tangibile, è che un’area politica rischi di abbandonare spazi elettorali rilevanti e vanificare l’impegno di tanti militanti disorientati.

D’altronde non è forse a Torino e a Cuneo che nelle ultime elezioni il Pdl ha presentato i candidati sindaco tre mesi prima del voto, andando incontro a colossali batoste?

E agli elettori del Pdl chi pensa? Continueranno a farsi bastare la storia del taglio dell’Imu?

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