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martedì 31 dicembre 2013

Renzi e dintorni

Sempre più spesso si notano sui vari mezzi di informazione gli scontri dialettici all’interno del mondo PD.

I “renziani” lamentano l’ostracismo che la granitica struttura del partito pratica nei loro confronti e se ne stupiscono.

Niente di nuovo sotto il sole! Se solo avessero analizzato la storia del loro partito degli ultimi 40 anni avrebbero scoperto ,ben prima di oggi ,che la sinistra è ferma, culturalmente, alla rivoluzione di Ottobre del 1917.

Chi non vuole accettare la situazione sono i “renziani” che, nel PCI-PDS-DS-PD, sono un corpo estraneo, a differenza dei vari Fassina e Barca.

La sola idea che teneva insieme le svariate anime di sinistra era ed è solo l’antiberlusconismo. Dal punto di vista politico, oltre ad essere una tattica suicida è la dichiarazione palese di un fallimento basato sul nulla.

Triste sorte quella della Politica italiana. Ha cominciato ad agonizzare alla fine degli anni 60 fino all’esalazione dell’ultimo respiro dei giorni nostri.

La classe politica che ci ha governati in questi ultimi quarant’anni ha avuto ,purtroppo, come obbiettivo la sola autoconservazione: non ha sviluppato il benché minimo progetto, non ha saputo o voluto immaginare un futuro, non ha creato il ricambio della classe dirigente. La rielezione di Napolitano è il sigillo di tale incapacità.

Di fronte alle trasformazioni epocali che stanno ancora rivoluzionando il panorama internazionale sempre più globalizzato, la politica italiana si è arroccata sugli interessi dei vari piccoli orticelli personali.

Ognuno ha fatto la sua parte. I sindacati hanno pensato, invece che al lavoro, ai posti di lavoro con una rigidità di pensiero ed azione che sono servite paradossalmente solo ad uccidere le imprese e ,di conseguenza, i lavoratori.

Il mondo dell’impresa, fatte salve poche eccezioni, ha cercato tutti i compromessi possibili per evitare il confronto con la competitività cercando nel monopolio e negli arroccamenti di sistema la sua sopravvivenza.

La classe politica ha cercato di conservarsi spartendosi la torta delle ricchezze del Paese indebitando gli Italiani, soprattutto i più giovani, oltre ogni limite. Pur di mantenere lo “status quo”, è arrivata a tollerare , anzi ad istituzionalizzare, sprechi , furti e vergognosi conflitti di interessi.

Una classe politica ingessata ed arrogante: da una parte certa sinistra con la sua presunzione di superiorità morale e culturale platealmente inesistente, dall’altra un centrodestra ostaggio, colpevolmente pigro, di Berlusconi e dei suoi lanzichenecchi. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. L’importante è fare affari. I propri.

La risposta dei grillini è palese. A fronte di una giusta protesta, la proposta offre soltanto confusione ed incapacità conclamate.

Come se ne esce? L’unica strada è quella di ritornare allo spirito che guidò gli Italiani nel secondo dopoguerra: anteporre l’interesse generale a quello personale. Non sarà facile e ci vorranno anni durante i quali le sofferenze per imprese e lavoratori saranno ancora molto forti. Non vediamo altre strade.

Renzi può essere una risposta? Forse. Molti , disgustati e delusi dall’attuale pochezza del centrodestra e del centrosinistra lo osservano con attenzione. Certo è che alcuni suoi atteggiamenti come il continuare a restare nel PD e certe sue “liaison dangereuse” con alcuni settori dell’economia lasciano perplessi.

La classe politica ha cercato di conservarsi spartendosi la torta delle ricchezze del Paese indebitando gli Italiani, soprattutto i più giovani, oltre ogni limite. Pur di mantenere lo “status quo”, è arrivata a tollerare , anzi ad istituzionalizzare, sprechi , furti e vergognosi conflitti di interessi.

Una classe politica ingessata ed arrogante: da una parte certa sinistra con la sua presunzione di superiorità morale e culturale platealmente inesistente, dall’altra un centrodestra ostaggio, colpevolmente pigro, di Berlusconi e dei suoi lanzichenecchi. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. L’importante è fare affari. I propri.

La risposta dei grillini è palese. A fronte di una giusta protesta, la proposta offre soltanto confusione ed incapacità conclamate.

Come se ne esce? L’unica strada è quella di ritornare allo spirito che guidò gli Italiani nel secondo dopoguerra: anteporre l’interesse generale a quello personale. Non sarà facile e ci vorranno anni durante i quali le sofferenze per imprese e lavoratori saranno ancora molto forti. Non vediamo altre strade.

Renzi può essere una risposta? Forse. Molti , disgustati e delusi dall’attuale pochezza del centrodestra e del centrosinistra lo osservano con attenzione. Certo è che alcuni suoi atteggiamenti come il continuare a restare nel PD e certe sue “liaison dangereuse” con alcuni settori dell’economia lasciano perplessi.

Ribadiamo la nostra convinzione: fino a che non si pensa ad un progetto di Paese, ad un obbiettivo concreto e misurabile,fino a che non si capisce che il mondo non finisce a Mondovì, Sinio o Alba, siamo destinati al disfacimento morale ed economico.
Renzi o non Renzi.

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